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I GIOVEDI' DELL'UPEL-Bande armate e brigantaggio nel padovano nella prima metà del secolo XVII

Le sentenze emesse dalla Corte pretoria padovana, quasi sempre su delega del Consiglio dei X, e conservate, in copia, presso l’Archivio di Stato di Padova nel fondo Foro Giudiziario Criminale, Raspe, relative alla prima metà del XVII secolo e concernenti i procedimenti penali contro gruppi di criminali, sono state lo strumento di ricerca per un articolo pubblicato nell’ultimo numero de “Il Bollettino del Museo civico di Padova” e sono anche la base per questa relazione.

I Colli Euganei, Bovolenta, lungo il Bacchiglione, l’area di Resana verso Treviso, ma anche Padova città sono le basi operative di alcune bande composte da numerosi elementi, fino a cinquanta, spesso ex militari di compagnie di ventura, a volte comandati da nobili locali, o anche veneziani, che compiono ogni genere di delitto: “homicidij, assassinamenti sì alla strada pubblica, come a strade particolari, ladronezzi, violentie, sodomie", assalti ai mercanti, rapine nelle case, ma anche a conventi o canoniche, cercando persino di controllare i commerci intervenendo con le armi ai mercati locali.

La Repubblica di Venezia tenta di contrastare il fenomeno con leggi e disposizioni severissime ma, non disponendo di adeguate forze di polizia, queste restano quasi sempre inapplicate e, quindi, raramente riesce di fronteggiare un fenomeno che rischia di destabilizzare il già precario equilibrio sociale e la vacillante tranquillità delle popolazioni della Terraferma.

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