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Giustizia ed eguaglianza contro il razzismo

In un momento difficile della storia del paese e del pianeta intero, dobbiamo decidere fra due modelli di società. Quello includente, con le sue contraddizioni e quello che si chiude dentro ai privilegi di pochi.

Sembriamo condannati a vivere in una società basata su una solitudine incattivita e rancorosa, in cui prendersela con chi vive nelle nostre stesse condizioni, se non peggiori, prevale sulla necessità di opporsi a chi di tale infelicità è causa. Una società che pretende di spazzare via i soggetti più fragili a partire da chi ha la “colpa” di provenire da un altro paese, rievocando un nazionalismo regressivo ed erigendo muri culturali, normativi e materiali.

Una società in cui il prevalere di un patriarcato violento e criminale è l’emblema evidente di un modello tradizionale che sottopone le donne alla tutela maschile e ne nega la libertà. Disagio e senso d’insicurezza diffuso sono strumentalizzati dalla politica, dai media e da chi ha responsabilità di governo.

Si fomentano odi e divisioni per non affrontare le cause reali di tale dramma: la riduzione di diritti, precarietà delle condizioni di vita, mancanza di lavoro e servizi.

Eppure sperimentiamo quotidianamente, nei nostri luoghi di vita sociale, solidarietà e convivenza, intrecciando relazioni di eguaglianza, parità, reciproca contaminazione, partendo dal fatto che i diritti riguardano tutte e tutti e non solo alcuni. Scegliamo l’incontro e il confronto nella diversità, riconoscendo pari dignità a condizione che non siano compromessi i diritti e il rispetto di ogni uomo o donna.

Auser aderisce alla manifestazione nazionale contro il razzismo  indetta da numerose associazioni, ong, forze sociali e politiche. L’appuntamento è a Roma sabato 21 ottobre in piazza della  Repubblica, a partire dalle 14.30 per un corteo che giungerà fino a Piazza Vittorio Emanuele.

Rifiutiamo le distinzioni e le etichette con le quali si classificano gli sventurati che attraversano l’Africa e il Medio Oriente sperando nell’accoglienza dell’Italia e dell’Europa – sottolinea il presidente Enzo Costa –  

I rifugiati come i cosiddetti migranti economici tentano tutti di sfuggire alla morte: morte per guerra o morte per fame. Ma la risposta europea è stata la chiusura della rotta balcanica prima e della rotta libica poi, e il Mediterraneo è diventato il cimitero di oltre cinquantamila migranti”.
(fonte Auser Nazionale)

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